A chi non piacerebbe fare un
viaggio per esplorare territori sconosciuti? La voglia di conoscere nuove
realtà è insita nell’uomo e, alla luce di questa innegabile verità, mi è venuta un’idea. Perché non
aiutare i miei alunni a scoprire le regole della lingua italiana
accompagnandoli, con la guida di una simpatica fatina, in un fantastico mondo abitato da simpatici personaggi ? L’esperienza maturata in tanti
anni di insegnamento mi ha fatto riflettere sulla necessità di suscitare negli
alunni la motivazione ad apprendere creando aspettative, innescando in loro il desiderio di conoscere e di produrre
attraverso l’attività laboratoriale. Ne è scaturito il progetto “In viaggio con
Fiabolina”, attivato durante le ore di laboratorio linguistico. La storia è
iniziata così: un giorno è entrato in classe un collaboratore con una
cartolina, che i bambini hanno osservato con curiosità: la scriveva, dal Mondo
della Lingua Italiana, Fiabolina, la fatina
protagonista del libro di cui avevo loro parlato, che li invitava a
intraprendere con lei questo viaggio. Dapprima increduli, poi entusiasti, hanno
deciso che avrebbero accettato l’invito e così hanno imparato a conoscere la protagonista
di questa meravigliosa avventura. Assieme a lei hanno fatto amicizia con Il
Mago Accento, che li ha aiutati a capire l’uso di un magico segnetto che lui
utilizzava volentieri, il robot Sillabino, che li ha sollecitati a parlare
sillabando, dettando le regole della corretta divisione, la fata Raddoppina,
che ha insegnato loro l’uso delle doppie; inoltre, hanno visitato l’Isola dei
Suoni Affini, dove la B veniva confusa con la D, la F con la V…
Il viaggio nel Regno
dell’Ortografia li ha portati a scoprire il paese di Soqquadro, dove regnava
una gran confusione, il paese della Punteggiatura, dove i segni di
punteggiatura erano dei segnali stradali,
a intrattenersi con la signora
Acqua e con l’ H Bislacca: da tutte queste
opportunità e da questi incontri hanno imparato, come Fiabolina, le regole
ortografiche in modo ludico e coinvolgente. Il “Maestro” Gianni Rodari
diceva:-Perché i bambini devono imparare piangendo ciò che possono imparare
ridendo?-Facendo tesoro del suo insegnamento ho permesso ai miei bambini di
sorridere felici nell’accogliere in classe il robot Sillabino e, attraverso un
role play, farlo rivivere nella conversazione con i compagni di classe, di
ricostruire l’Isola dei Suoni Affini con un collage e di realizzare un
biglietto pop up per animare il Mago Accento.In poche parole, in classe è stato
attivato un percorso di didattica inclusiva, perché gli alunni hanno “fatto lezione” sostituendosi all’insegnante, hanno effettuato il
cooperative learning per drammatizzare varie situazioni e hanno realizzato dei lavoretti per
“costruire” il diario di bordo della loro esperienza di viaggio.Ma,
soprattutto, hanno imparato le regole ortografiche in modo sereno . Artefici
del loro sapere, si sono librati in una dimensione fantastica con entusiasmo.
Spesso, per ricordare una regola, fanno riferimento al personaggio che gliel’ha
insegnata…Per far consolidare quanto
hanno appreso ho utilizzato l’eserciziario allegato al libro, nel quale hanno
studiato con Fiabolina. Per verificare le competenze acquisite ho elaborato un gioco dell’oca con la fatina
e, ancora una volta in modo ludico, ho rilevato che le finalità previste nel mio
progetto sono state pienamente raggiunte!
Aida Dattola, maestra I.C.2"F.Sofia Alessio-N.Contestabile"
Articolo pubblicato su YOUREDUCACTIONil 26 novembre 2016
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