mercoledì 21 dicembre 2016

Un presepe che sembra un paese vero...


Quest'anno nella mia scuola, per ricordare Corrado Alvaro, scrittore calabrese di San Luca nel 60°anniversario della sua morte, è stato realizzato un presepe murale fedele alla sua descrizione del presepe calabrese.

IL PRESEPE

Natale è la festa più bella di tutte perché con la nascita del Signore l'innocenza tornò sul mondo. Da allora, questa è la festa della speranza e della pace. Tutto sembra fatto per la gioia dei ragazzi che sono la speranza del mondo. Nei paesi s'è lavorato tutta una settimana per il Presepe.
Nel fondo si stendono rami di aranci carichi di frutta.
Si lanciano ponti coperti di muschio da un punto all'altro, si costruiscono montagne e strade ripide, steccati per le mandre e laghetti.
Il Presepe ha l'aspetto di un paesaggio calabrese.
Dalle valli sbucano fiumi, le montagne sono ripide e selvagge.
Su tutto pende il bel giallo dell'arancio come un frutto favoloso.
Il figurinaio che ha fatto i pastori sa che i ragazzi si fermeranno a guardare una per una le figurine.
Perciò, meno che i soldati di Erode, tutti i pastori somigliano a persone conosciute. Sembra un paese vero.
C'è quello che porta la ricottina, c'è il cacciatore col fucile, c'è quello che porta l'agnello e fuma  una lunga pipa, c'è il mendicante.
C'è la gente che balla fra il tamburino, il piffero e la zampogna davanti al Presepe, c'è l'osteria dove si ammazza il maiale e la gente accanto alla fontana, dove la donnina lava i panni.
Ci sono persino i carabinieri che hanno arrestato un tale che ha rubato anche nella Santa Notte!

 I Re Magi spuntano dall'alto della montagna coi moretti che guidano i cavalli.
La stella splende  sulla grotta e gli angeli vi danzano sopra leggeri e celesti come i pensieri dei bambini e degli uomini in questi giorni.