I bambini sono il sorriso di Dio e con la loro ingenuità e la loro semplicità ci consentono di credere nella vita e di alimentare la nostra speranza nel futuro. Oggi desidero parlarvi di una bambina speciale, Antonietta Meo, detta Nennolina, che ha fatto della sua breve vita un'autentica testimonianza di fede e di amore. Nata a Roma il 15 dicembre 1930 in una famiglia" di solidi principi morali e religiosi", quasi di fronte alla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, manifestò sin da piccola il desiderio di pregare e di dialogare con Gesù, che considerava un amico. Non aveva ancora compiuto cinque anni quando i suoi genitori si accorsero di un rigonfiamento sul ginocchio sinistro: purtroppo era un osteosarcoma! Nel 1936 a Nennolina fu amputata la gamba sinistra. Cominciò così il suo calvario e la straordinaria esperienza d'amore con Gesù. La bambina, infatti, offrì a Gesù il suo dolore, come si legge in una delle tante letterine che scrisse. Addirittura confortava i suoi cari, dicendo:-Quando soffro, io penso subito a Gesù e allora non soffro più!-Considerata la gravità della malattia, la mamma pensò di farle ricevere in anticipo la Prima Comunione e la sera le dava lezioni di catechismo. Da allora la bambina cominciò dapprima a dettare, poi a scrivere da sola le sue letterine, che poneva sotto una statua di Gesù Bambino, convinta che le leggesse. Ne scrisse in tutto 158, rivolgendosi anche a Santa Teresa del Bambin Gesù, alla Madonna, a Dio e a Sant'Agnese.
Nennolina era molto devota a Santa Teresina, la santa di Lisieux che aveva promesso di mandare, dopo la sua morte, una pioggia di rose dal cielo, e Nennolina affermava:-Io farò cadere sulla terra una pioggia di gigli-
Il 3 luglio 1937 la piccola lasciava la vita terrena per abbracciare il suo amato Gesù, procurando, con la sua dolcezza, la conversione del dottore che l'aveva in cura.
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